Il BOOM ECONOMICO ITALIANO: come l’ITALIA ha conquistato il MONDO

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La storia del miracolo economico italiano, il periodo compreso tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’70, è la storia di quando l’Italia riuscì a trasformarsi da Paese agricolo e arretrato a una delle principali potenze industriali mondiali.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, infatti, l’economia italiana era ancora fortemente basata sull’agricoltura, con metà della popolazione attiva nel settore primario e infrastrutture carenti, soprattutto al Sud. Mancavano materie prime, relazioni internazionali solide e una rete produttiva moderna. Tutto lasciava pensare a un destino marginale nel contesto europeo.

Il vero cambio di passo avvenne grazie a una serie di fattori decisivi. Tra questi, le riforme monetarie di Luigi Einaudi, che resero la lira stabile e affidabile; le politiche energetiche di Enrico Mattei, che ridussero i costi delle forniture di petrolio e gas; e la partecipazione attiva dell’Italia nei processi di integrazione europea, dalla CECA al Trattato di Roma del 1957, che aprirono enormi mercati per i prodotti italiani.

Fondamentale fu anche il ruolo della Cassa per il Mezzogiorno, che nei primi vent’anni riuscì a ridurre parzialmente il divario infrastrutturale tra Nord e Sud, e la costruzione di grandi opere come l’Autostrada del Sole. Nel frattempo, la stabilità internazionale garantita dagli accordi di Bretton Woods favorì gli scambi commerciali, permettendo all’Italia di espandere le esportazioni.

Tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 il Paese visse gli anni d’oro del boom: il PIL cresceva oltre il 6% annuo, le esportazioni raddoppiavano, e il Made in Italy si affermava nel mondo come sinonimo di qualità e stile. In parallelo, la società italiana si trasformava, con milioni di persone che abbandonavano l’agricoltura per lavorare nell’industria e nei servizi.

Negli anni ’60 iniziò una seconda fase del miracolo. Le lotte sindacali portarono a un rialzo dei salari e a un temporaneo rallentamento, ma presto l’aumento dei consumi interni sostenne nuovamente la crescita. Un momento chiave fu la nascita di ENEL nel 1962, che unificò il sistema elettrico nazionale e permise in dieci anni di raddoppiare la produzione di energia e portare l’elettricità al 99% del territorio. Questo diede nuova linfa allo sviluppo industriale e rese più solida la crescita economica.

Alla fine degli anni ’60, l’Italia era ormai un Paese pienamente industrializzato, con l’agricoltura ridotta a meno del 10% del PIL, infrastrutture più diffuse e un peso crescente nei mercati globali. Per la prima volta entrava stabilmente tra le prime dieci economie del mondo.

Tuttavia, negli anni ’70 arrivò la crisi. Due eventi in particolare segnarono la fine del boom: la fine del sistema di Bretton Woods, che fece crollare la stabilità valutaria, e soprattutto la crisi petrolifera del 1973, che fece schizzare alle stelle i prezzi di energia e carburanti. Per l’Italia, fortemente dipendente dalle importazioni, l’impatto fu devastante: nel 1975 l’economia entrò per la prima volta in recessione.

INDICE:
00:00 Intro
00:26 Lo straordinario rilancio dell’Italia
07:04 La seconda parte del boom
11:36 La fine del boom

FONTI PRINCIPALI:
ENEL archivio Storico
ENEL siti ufficiali (Enel ed Enel Green Power)
Treccani
Banca d’Italia
Statista
Britannica
Jstor

Autore: Cosimo Volpe
Revisione Testo: Andrea Costantini
Montaggio: Daniele Ponzi
Animazioni: Dario Bozzi
Coordinamento: Simone Conti
Responsabile Editoriale: Edoardo Scirè

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